le mette un braccio intorno al collo
modificando l’ambiente dei suoi capelli. di frequente
tremori appiattiti e nitidezze di dettagli
che diradano ogni ulteriore narrazione
sono gesti a memoria, viali alle 6.30 di mattina
collegati ad un sistema di luci preserali
per tenere distante il sole del mattino specie se
le nostre persiane cambiano discorso ed è notte ed
i corpi stesi sulla stessa superficie piatta. personaggi
siedono soli tutt’a un tratto di fronte ai semafori
sfogliano riviste sulla complessità morbida degli edifici
che fissano il vuoto entrando in paesaggi
sporadicamente drammatici come tu ed io
che restiamo a distanza di tempo nello stesso
discorso l’amore annotato dai presenti colline
senza paesi che scrutano le auto allontanarsi
una telefonata nel cuore della notte negli
appartamenti vuoti a parte i tendaggi al pianterreno ed
il chiarore residenziale di quando tu addormentata,
per queste analogie nella stanza stiamo ancora parlando
sin dalle prime ore del pomeriggio, le lenzuola tirate oltre
il viso la bianchezza del corridoio in cima alle scale, in fondo
alla strada un buon odore di terra proveniente dal lago salendo
ed è certo lui che le mette un braccio intorno al collo
scegliendole i capelli sino a sfiorarle una spalla
(appunto, questa mattina)